Sulla Sofferenza

La sofferenza è solo negativa?

 

Il filosofo Friedrich Nietzsche (1844-1900) riteneva che la sofferenza fosse qualcosa di costruttivo: solo soffrendo ci si rende conto dell’inutilità o superficialità di molte cose che, nella società in cui viviamo, normalmente si rincorrono come se fossero dei bisogni assoluti, mentre solo chi soffre può osservare la REALTÀ così com’è; la sofferenza è quindi DISVELAMENTO DELLA VERITÀ (che per Nietzsche consiste in particolare nel rendersi conto che non stiamo andando da nessuna parte, che siamo intorpiditi dal nichilismo imperante.
Il filosofo francese Paul Ricoeur (1913-2005), nel suo testo del 1992, La souffrance n’est pas la douleur (La sofferenza non è il dolore), pone una distinzione per l’appunto tra dolore e sofferenza, che nell’immaginario usuale vengono accomunati: per Ricoeur il DOLORE è in realtà qualcosa di FISICO, localizzato, mentre la SOFFERENZA è il malessere che proviamo internamente, nella nostra anima.
Ricouer sostiene poi che esistano diversi livelli di sofferenza, quella più “grave” è quando questo stato arriva a investire ogni capacità di agire dell’individuo che la prova, impedendogli addirittura di relazionarsi agli altri. Tuttavia, la sofferenza non è del tutto negativa. Se da una parte essa segna la decostruzione del soggetto, dall’altro non è muta, ma parla, anzi GRIDA, rinnovando continuamente lo slancio etico: la sofferenza infatti interroga e risveglia la dimensione etica e filosofica, costituendosi come una figura quindi non del tutto negativa, ma che permette all’uomo di oltrepassare le consapevolezze abituali (e in ciò ricorda Nietzsche).
La cosa che vi propongo qui è invece di prendere spunto dall’etimologia di questo termine e andare OLTRE questa distinzione.
O meglio, manterrei ben separati dolore e sofferenza, ma, pensando al significato di “sofferenza” le attribuirei un’accezione decisamente più positiva.
Sofferenza deriva infatti da sub-fero, che in latino significa “portare da sotto”, ovvero “portare sulle spalle”; sofferenza quindi è un’elaborazione del dolore (secondo me sia fisico che mentale), che si può sintetizzare nel saper IMPARARE dal male che ci sta pervadendo l’anima, e da questo apprendere qualcosa che ci può servire per la nostra vita, costruire delle risorse utili all’affrontare delle possibili difficoltà future.
Credo perciò che la sofferenza, per quanto male ci procuri nel momento in cui la proviamo, possa darci un bagaglio di esperienze e strumenti che ci fa maturare, che ci rende quindi più consapevoli di chi siamo, dei nostri limiti, e di come poter superare i periodi difficili.
Elena Soppelsa

1 commento su “Sulla Sofferenza”

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